La carne fresca

Le carni e il pesce possono essere classificati in base al trattamento cui sono state sottoposte prima dell’inclusione nel processo produttivo che porterà al prodotto finito.

> Carne/pesce fresco: si tratta di materia prima che è stata sottoposta al solo trattamento di refrigerazione, per mantenerne intatte caratteristiche nutrizionali e qualità. Il primo trattamento termico rilevante che subirà sarà la cottura durante il processo di estrusione. Essendo consapevoli del valore e della qualità di queste proteine, in tutti gli alimenti Prolife la carne fresca e il pesce fresco costituiscono la prima voce nell’elenco delle materie prime.

> Carne/pesce disidratata/o: si tratta di tagli sottoposti a un processo di disidratazione, sono cioè privati della componente acquosa.

> Farina di carne/pesce: il prodotto derivato da tessuti di mammiferi, organi compresi, privati di sangue, pelo, piume, zoccoli, corna, becchi, pelle e contenuti dell’apparato digerente, che vengono macinati e poi essiccati.

I vantaggi della carne fresca

Cosa è la digeribilità?

La digestione è definita, in ambito fisiologico, come la funzione dell’organismo per la quale gli alimenti ingeriti sono scomposti, eventualmente modificati e resi disponibili per l’assorbimento.

Questa definizione ci permette di capire come la digestione e l’assorbimento dei nutrienti siano due cose diverse; l’assorbimento è un passaggio successivo rispetto alla digestione, è quello che compiono solo alcune delle sostanze “semplificate” e scomposte dal processo di digestione che possono poi entrare all’interno del circolo ematico e quindi arrivare ai diversi organi. Se un alimento complesso non viene digerito, non può essere assorbito, finisce nelle feci e non interessa alcun distretto organico.

Il coefficiente di digeribilità

Da queste indicazioni si può comprendere che un alimento ha il coefficiente di digeribilità massimo quando, dopo esser stato digerito diventa completamente assimilabile dall’organismo, minimo (ovvero nullo) quando nessuna delle sue componenti può essere assimilata dal corpo dell’animale.

Una digeribilità di un alimento del 100% significa, quindi, che l’animale lo assorbe completamente e che nessuna parte di quell’alimento si ritrova nelle feci; viceversa, una digeribilità dello 0% indica che tutto l’alimento è finito nelle feci (un pezzo di legno mangiato da un cane ha digeribilità dello 0%, per esempio, perché non viene assorbito). La digeribilità di un alimento deve prendere in considerazione diversi parametri. In primis va considerato, naturalmente, l’alimento in sé, che può presentare una maggiore o minore digeribilità a seconda della sua struttura di base (una piuma, ad esempio, ha una digeribilità prossima allo 0%).

Altro aspetto determinante è il trattamento tecnologico che eventualmente ha subito (es. nell’uomo una bistecca bruciata dal fuoco, ad alta temperatura, subisce una forte perdita di digeribilità, una bistecca idrolizzata, cioè predigerita per via enzimatica in laboratorio, subisce invece un aumento di digeribilità). Bisogna considerare inoltre anche l’animale e la sua condizione, perché la digeribilità dipende dalla funzionalità degli organi digestivi; ad esempio un ingrediente molto digeribile risulterebbe molto meno digeribile in un cane con gravi problemi gastrici, rispetto ad un cane completamente sano.